SARDEGNA
Risulta adottato!
Jago è un bellissimo Siberian Husky puro, abbandonato da cucciolo perché era imperfetto: era nato cieco. Così è arrivato in canile. E qui Jago, cieco, è sempre vissuto. Adesso ha 13 anni, passati in un box di cemento. Cosa dire di questa vita? Altro doveva essere il suo destino. Portato in giro con orgoglio perché era un Husky splendido, oppure curato e ricoperto di amore e di attenzioni, perché era cieco. E invece è stato abbandonato. E in quel box in cui è costretto a vivere da 13 anni, la sua bellezza e la sua nobiltà sono inutili.
Jago è un cane timido e buono, va d’accordo con le femmine e anche con i maschi, se sono tranquilli e non lo aggrediscono. In quel canile non ci sono volontari, e così Jago non è mai stato portato a passeggio con il guinzaglio. Viene fatto uscire per pochi minuti nell’area di sgambamento. Sono 13 anni che non fa una passeggiata. Non l’ha mai fatta in tutta la sua vita. Nel box sta da solo e questo è un'ulteriore sofferenza: un cane cieco ha bisogno di un altro animale che gli sia di riferimento e di guida; di conforto nel sentire il suo odore familiare, nel stringersi a lui mentre le ore passano nel buio. I cani ciechi sanno di esistere solo con il contatto o con il profumo, o con le voci. Ma in canile, nel suo box non ci sono profumi, non ci sono voci. Jago accanto a sé non ha nessuno. Resta immobile, ad aspettare che il tempo passi. Forse a sognare, che un giorno qualcuno arrivi per lui e lo porti via, via da quella solitudine e da quel buio. In quella casa e a quelle carezze di quando era cucciolo.
Con le persone è buono, si fa toccare, accarezzare, cerca il contatto dalle poche persone che conosce. È triste, come potrebbe non esserlo? Condannato alla sofferenza perché era cieco dalla nascita, Jago non ha mai vissuto. Ha solo aspettato. E che ancora aspetta lo si capisce; nonostante l’età non è un cane finito, no, lui c’è come presenza, se sente che arriva qualcuno viene vicino, abbaia, ci chiama. Chiede aiuto ancora. Abbiamo fatto adottate molti cani ciechi e abbiamo visto che loro si abituano subito alla casa, alla libertà, all’erba, alle buone pappe, alle passeggiate. All’amore. In pochi giorni un cane cieco adottato dopo anni di canile, ha imparato a salire da solo la scala a chiocciola della sua nuova casa. Loro imparano a riconoscere i profumi, e l’odore caldo e rassicurante della casa li guida. Ci seguono dalla voce, piegano la testa ad ogni minimo rumore, per assecondarci e starci vicino. E imparano ad andare al guinzaglio, ed è facili condurli, basta stare al loro fianco e loro sono felici. I Siberian Husky sono cani nobili e bellissimi, e Jago lo è ancora. Potrebbe ancora essere felice, per la prima volta, con una famiglia, basterebbe un piccolo giardinetto, e una casa. E un cuore amorevole che per la prima volta si chini su di lui per fare quello che 13 anni fa nessuno ha fatto: accoglierlo, aiutarlo, amarlo, proprio perché era cieco. E ora è anche anziano. Compiamo un gesto di amore verso Jago. Che la sua vita non finisca qui, nel buio e in un’attesa che nessuna pietà ha mai colmato. Facciamolo uscire dal canile. Portiamolo in una casa.
Lo affidiamo vaccinato, sverminato e microchippato, e lo porteremo dappertutto con una staffetta. Per informazioni: associazioneliberitutti.it.
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